In questa pagina veengono inserite rubriche, video o link che sensibilizzino il velista a non ignorare l’infinito mondo della marineria. L’idea di dar vita a questa pagina è scaturita a seguito dell’organizzazione di una serata monografica dedicata ai nodi organizzata presso la club house del circolo velico AVAS. Durante la serata sono stati girati i video da pubblicare sulla neonata pagina YouTube del circolo a compendio di quei soci, che per cause di forza maggiore o forse semplicemente per pigrizia, non vi hanno partecipato. Fatto trenta perche accontentarsi? Ecco allora l’idea di raccogliere in modo sistematico ed ordinato una sorta di rubrica. Chiaramente la levatura delle rubriche non potrà essere eccellente, ma si vuole stimolare il marinaio che vi è, o almeno vi dovrebbe essere in ogni velista!

Legatura: Incominciamo dalle cose facili! I terminali delle cime dovrebbero essere sempre intestati con delle legature per rendere efficientemente solidale calza ed anima. Un taglio a caldo effettuato con tagliascotte oppure una scottatura del terminale della cima, oltre ad essere poco elegante e marinaresca, in certe occasioni può risultare inadeguata. Quando dobbiamo intestare cime con anima in kevlar che non si scioglie od ancor peggio in dyneema che sembra sciogliersi ma si danneggia drasticamente con le alte temperature con relativa diminuzione del carico di rottura (N.d.R. la resistenza di una catena è data dalla sua maglia più debole!) non resta che fare una legatura. Nel video si riporta la legatura da velaio che rappresenta il metodo più semplice per una intestatura di una cima.

Gassa Impalmata: Nello sport della vela la gassa rappresenta uno un nodo utilissimo infatti molte sono le situazioni nelle quali si debba eseguire su un cavo un occhiello che non scorra, non a caso la gassa d’amante risulta essere il prediletto dal velista in quanto risulta semplice sciogliere una volta tolto il carico. Ma non è tutto oro ciò che luccica! Infatti pur rimanendo un validissimo nodo per la nautica la gassa d’amante rappresenta un punto di forte riduzione del carico ultimo (cira il 30-40%), pertanto la rottura della cima sarà certamente in corrispondenza del tratto più debole e quindi appena a monte della gassa d’amante! In alpinismo e speleologia il nodo è stato abbandonato da tempo in quanto la riduzione del carico di rottura apportato dalla gassa d’amante risulta ancor più evidente in condizioni dinamiche. Quando la gassa non deve essere sciolta ad ogni uscita, come ad esempio sulle manovre fisse della barca, una soluzione brillante risulta essere la gassa impalmata eseguita nelle due diverse modalità mostrate dal video. Personalmente preferisco la seconda modalità presentata dal video, dove l’impalmatura viene rovesciata e quindi non risulta necessaria alcuna legatura, ma non sempre questo metodo risulta agevole da eseguire.

Impalmatura Race: Con il termine impalmatura race non si intende nient’altro che la scalzatura parziale del cavo. Ma perche si scalza una cima? Semplice! Nelle cime esiste una sorta di suddivisione dei compiti: l’anima porta il carico e la calza protegge l’anima da usura ed agenti atmosferici. Togliere la calza da un cavo significa alleggerirlo, diminuire l’assorbimento di acqua, facilitare la realizzazione di gasse impalmate, aumentarne la scorrevolezza sui bozzelli senza ridurre il carico di rottura e le caratteristiche di allungamentema ma ahimè accorciargli al vita!!! Per questo motivo la scalzatura delle cime viene eseguita quasi esclusivamente su barche da regata. Per i materiali aramidici la calza risulta quasi sempre necessaria se il cavo viene esposto per lunghi periodi ai raggi UV pena il deteriramento accelerato. In merito vi consiglio di guardare questa breve rubrica della Gottifredi Maffioli per farvi un’idea sui materiali impiegati per le cime, delle caratteristice ad essi associati e quindi dell’impiego ideale per le esigenze richieste.