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blog di fabio3lake

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Quando fa freddo Greenbird similmente a freelake si attrezza per il ghiaccio!!! Io personalmente rispolverando il mio passato di raider mi accontento di solcare il powder con lo snowboard ma il team di Ecotricyty fa le cose sul serio!!!

Ma che cosa è Greenbird? “The Greenbird is two vehicles: a land craft and an ice craft, powered only by the wind. The project’s aim is to break both the land and ice world speed records.” “On March 26, 2009, the Ecotricity Greenbird set a new world land speed record for wind powered vehicles of 126.2 mph. The team hopes to both better that new record, and continue to work toward breaking the ice record in Winter 2009/10”

L’oggetto oltre a presentare forme aereodinamiche eleganti presenta caratteristiche di efficienza uniche infatti è in grado di raggiungere velocità 3-5 volte superiori di quelle del vento reale a seconda della superficie di scorrimento. Il team di ecotricity sta aspettando che ghiacci perbenino il Canyon Ferry Reservoir per polverizzare il loro precededente ICE record di 84 mph.

Ai più curiosi consiglio un salto sul loro sito dove ptrete fugare ogni curiosità http://www.greenbird.co.uk/home

E’ stata inaugurata una nuova pagina dedicata ai “lavori marinareschi”. Nella pagina  verranno inserire delle rubriche, video o link che sensibilizzino il velista a non ignorare l’infinito mondo della marineria. L’idea di dar vita a questa nuova pagina è stata la diretta conseguenza dell’organizzazione di una serata monografica dedicata ai nodi organizzata presso la club house del circolo velico AVAS. Durante la serata sono stati presi in rassegna i classici nodi e qualche lavoretto di impalmatura e legatura. Da li l’idea di montare i video da pubblicare sulla neonata pagina YouTube del circolo a compendio di quei soci, che per cause di forza maggiore o forse semplicemente per pigrizia, non vi hanno partecipato. Fatto trenta perche accontentarsi? Ecco allora l’idea di raccogliere in modo sistematico ed ordinato una sorta di rubrica. Chiaramente la levatura delle rubriche non potrà essere eccellente, ma si vuole stimolare il marinaio che vi è, o almeno vi dovrebbe essere in ogni velista!

La barca ideale

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“La mia barca ideale è cambiata con l’età, è cambiata con le esigenze, con i sogni.
All’inizio era un barchino di otto barra dieci metri a seconda di: ci avessi o non ci avessi i soldi al momento per farmelo.
Poi crescendo si è trasformata no! Perché la barca può essere da crociera può essere da regata.
La barca da regata è diventata sempre una mia barca ideale nel mondo della navigazione, quella che noi chiamiamo open, cioè senza formule senza regole, il contrario della america’s cup tanto per intenderci un poco, pochi soldi e andare cinque sei volte quello che vanno loro, ma a quella a cui tengo di più e sicuramente sarà così è la barca per la fuga finale. Quella li deve essere trovata nei cassonetti della pattumiera, cioè non voglio entrare neanche in un negozio di nautica, perche questi qua hanno veramente trasformato il nostro mondo nella cosa più difficile e più lontana dalla realtà che può esistere sulla faccia della terra. I navigatori veri la barca la risolvono con cinque barra quindici mila euro di qualsiasi lunghezza, e stanno in giro degli anni con dei budget che vanno dai venti ai cinquanta dollari.
Questa è la vela che bisogna fare, è la vela che fa sognare le persone, è la vela che da un’alternativa a tutti ed è la vela che ho sempre sognato e che mi piacerebbe concludere la mia vita facendo.

Vittorio Malingri”

Questa è la posizione di Vittorio Malingri, condividibile o meno, ma è il chiaro segno che l’affinità uomo mare non è misurabile con la LFT della barca ed il budget disposto per navigare!

Stretti Al Vento

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Stretti al vento…

…storie di navigazioni in solitario.
http://www.strettialvento.com

Simone Bianchetti

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A noi piacciono quei luoghi, dove il vento è grigio e il cielo soffia forte, nella moltitudine della solitudine varchiamo le soglie dell’infinito

Un paio di anni fa ho avuto la foruna di essere stato consigliato da un amico alla  lettura del libro di Simone Bianchetti “I colori dell’oceano”, vi devo confessare che ho riscoperto il piacere della barca a vela,  che nel tempo si era affievolito forse a causa dei velisti, forse a casua degli ambienti velisti nei quali mi ero imbattuto. Oggi a distanza di qualche anno casco casualmente nel  gruppo facebook di Simone. Vedere il suo volto sorridente tatuato da maori, piuttosto che la foto di Simone nel carro a vela in regata nel deserto mi riporta nella dimensione del libro ed ai personaggi autentici che animano le sue esperienze!
Non nascondo la gioia che potrei trarre nell’assaporare un’esperienza di così tanta intensitià ma tutto sommato, essendo ormai assuefatto alla quotidianità, mi accontenterei di setire queste e tante altre “storie vere” come queste riportate sui quotidiani e sulla bocca della gente al lavoro al bar ed in tram!!!

“NOAA! Che servizio!!!” Non mi sto riferendo alla nuova situazione contrattuale di www.freelake.netsons.org! Nonostante la sopravvivenza di freelake sia minaciata dall’introduzione dei crediti a consumo la voglia di continuare non manca e tutto sommato non manca neppure la possibilità di trasferisi su altri lidi. Tornando all’oggetto di cui porta traccia il titolo, volevo segnalare e linkare l’interessantissimo sito http://www.nauticalcharts.noaa.gov portale del NOAA (N.d.R. National Oceanic and Atmospheric Administration) ovvero dell’agenzia statunitense con compiti e finalità analoghe al nostro Istituto Idrografico M.M. Il NOAA da diversi anni cura la cartografia ufficiale relativa a tutte le acque d’interesse nazionale degli Stati Uniti (Costa Atlantica, Pacifica, Golfo del Messico, Alaska, Isole Hawaii e grandi laghi).
Dalla pagina http://www.nauticalcharts.noaa.gov/mcd/OnLineViewer.html si può accedere alla cartografia pubblicata ed aggiornata in alta definizione!
La carografia risulta consultabile on line previo l’installazione del plugin Adobe Flash Player
oppure scaricabile nel formato grafico *.kap. Non sapete coas farvene di un file *.kap? Nessun timore esistono diversi software che pemetono la conversione di file *.kap in formati più diffusi.  Ciao Freelake

…omissis… “Sono veloci (con un record di 32.4 nodi), divertenti, grintosi  e soprattutto economici.  Sono progettati per essere competitivi in impegnative regate oceaniche ma possiedono un doppio ruolo in quanto possono essere usati per crociere familiari in tutta sicurezza” … omissis… “Possono essere condotti in famiglia con il piede un po’ sollevato dall’accelleratore e una bella birra fresca in mano. Con un bimbo di 12 anni al timone abbiamo dimostrato un’altra cosa, condurre queste barche, spesso e volentieri a velocità a doppia cifra, è un giocoda ragazzi e non si ha mai la sensazione di stare correndo un pericolo”… omissis…  “oltre a partecipare, per vincere, alle più famose regate oceaniche in solitario o in equipaggio ridotto, ci puoi trascorrere un anno sabbatico in due persone, farci una vacanza di 15 giorni in 6, una settimana in 8 , un week end in 10, un uscita giornaliera in 15 e prenderci un aperitivo sul ponte in 2o!”

Semplicemente un class40! Invito il lettore incuriosito a visitare il sito della classe italiana dalle cui pagine ho estratto l’articolo. http://www.class40.it/


The day after

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Ieri sera sono stato a Milano alla presentazione del progetto Moana 60. Oltre ad essere stata un’occasione per incontrare amicizie e conoscenze, lo scopo della serata era quello di presentare la barca ed il progetto. Partendo dai video (n.d.r. magnifici) della Vendee Globe 1992 di Maligri, primo armatore del Moana, la presentazione ha poi documentato le ore di duro lavoro dedite alla manutenzione dell’imbarcazione (sostituzione della chiglia, revisione di tutti gli impianti di bordo etc..) quindi il varo, le prime navigazioni, la Middle Sea Race e le traversate atlantiche verso est e verso ovest con permanenza ai Caraibi per la stagione invernale. Memorabile il filo conduttore che dal 1992 lega questa barca ai suoi armatori ed al suo equipaggio. Freelake

Finally favorites

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Come si è conclusa la 33a America’s cup lo sappiamo tutti, anche se probabilmente nessuno in Italia ha potuto vedere in santa pace davanti alla televisione la seconda e conclusiva regata. Un cambio improvviso del palinsesto dell’emittente La7, che ha pensato bene di trasmettere la partita di rugby Italia Inghilterra in differita, ci ha rovinato il tanto atteso evento!!! La possibilità di guadare la regata è stata così relegata alla sola diffusione sul web, non so se per gli eccessivi accessi od altro, ma le immagini a singhiozzo solo lontanamente potevano rendere l’idea di quello che stava accadendo sul campo di regata di Valencia. A mio malincuore ho indossato la tutina running e le mie fide mizuno per farmi un’oretta di corsa con un vocina, similmente a quella di Magnum PI, che continuava a ripetremi: “che sport di …” infatti 3 ore di collegamento senza vento e poi black out sul più bello!

Scusate lo sfogo, ma d’altronde le aspettative per un velista non potevano che essere diverse!

Ricollegandomi alle preference espresse nell’articolo precedente, finalmete arrivano buone notizie dal fronte. Vi segnalo che il prossimo martedì a Milano è prevista la presentazione del Moana 60, una barca storica, la prima barca italiana che ha partecipato al Vendèe Globe del 1992 con Vittorio Malingri. Per il programma della serata vi consiglio di visitare il sito http://www.delegazione-lombarda.net

Ciao Freelake

Preference

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Anche se il mio modo di pensare la barca a vela predilige scafi come gli IMOCA 60, VOR 70 o i piccoli mini 6,50, in questo momento stiamo assistendo ad una manifestazione velica dove la tecnologia è all’estremo e le strategie del match race saranno solamente marginali. Inutile è fare i romantici navigatori in corrispondenza di questa folle competizione da “marziani”, pertanto mettendo da parte solo per qualche giorno la vera essenza del “velista marinaio”, vi consiglio di fare un salto su questo blog http://blog.yachtandsail.it/tag/america+s+cup L’articolo di oggi sulle carenature delle traverse fa pensare…

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